Ci ha scritto Alex Zanardi, da [email protected]

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macchia
view post Posted on 18/6/2009, 19:06




Che sauna ho fatto!
Negli ultimi due giorni ho fatto davvero una bella sauna!

Scherzi a parte, in realtà ho provato per due giorni a Vallelunga, vicino a Roma, ma visto il caldo che faceva l'effetto non è stato così diverso...
Comunque è andata molto bene. In pista eravamo soltanto in quattro: io, il mio compagno Hernandez e il duo della BMW Germany Muller- Farfus che rappresentano un ottimo punto di riferimento.

Non vi racconterò che abbiamo trovato magicamente "mezzi secondi" in giro qua e là, tuttavia credo di poter dire che abbiamo lavorato bene e dalle prove fatte abbiamo incamerato informazioni precise che ci daranno in futuro una maggiore elasticità d'intervento verso i possibili problemi di bilanciamento che incontreremo inevitabilmente nelle gare a venire.

Tra l'altro, cronometro alla mano, sono stato sia a gomma usata che a gomma nuova sugli stessi tempi dei miei veloci compagni del Team Germany e questo ci conforta parecchio. Purtroppo il mio compagno Hernandez invece non si sentiva affatto bene, avendo contratto qualche tipo di forma influenzale e ha dovuto alzare bandiera bianca anzitempo interrompendo il suo test con due ore d'anticipo. Logico quindi che non abbia brillato nella lista dei tempi, ma sono convinto che anche lui sarà da tener d'occhio a Brno una volta ristabilitosi, perchè sulla pista Ceca il nostro team ha sempre messo in campo una gran macchina e dopo le prove fatte, sono ancora più fiducioso.

A Vallelunga ho trovato anche il tempo di fare qualche chilometro con la "Evro", visto che Domenica 14 parteciperò al Campionato Italiano a cronometro per la categoria.
Non ho velleità particolari, mi rendo conto di andare nella "tana del lupo" in quanto i partecipanti a questo tipo di gara saranno esclusivamante atleti forti e ben preparati, tuttavia sono curioso di valutare il mio livello rispetto a loro ben consapevole che se un giorno volessi davvero competere per le posizioni che contano, dovrei dedicare alla preparazione quel tempo che oggi giocoforza non posso dedicargli.

Di sicuro non farò una gran sudata visto che a Vallelunga, con il caldo che faceva dentro l'abitacolo, ho già eliminato tutti i liquidi in eccesso...

Scherzi a parte, vi farò sapere com'è andata. Per adesso vi mando un saluto e ci sentiamo lunedì, ciaooooooo...



Edited by macchia - 15/9/2009, 20:41
 
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macchia
view post Posted on 15/9/2009, 19:19




Data: 28/08/2009 8.55
Mi sono montato la testa!

Ciao a tutti,
è un da po' che non mi faccio sentire, in realtà perché oltre allamia tipica mancanza di organizzazione che mi porta ad arrivare sulle cose sempre all'ultimo minuto negli ultimi tempi sono stato veramente
preso con il mio duplice impegno sportivo.

Dopo la bella prestazione nel Campionato Italiano di handbike e il terzo posto conquistato nella tappa europea di Piacenza infatti mi sono "montato la testa" tanto che questo sport riveste ormai nel mio cuore un'importanza simile a quella dei miei tradizionali impegni automobilistici.

Da tempo i responsabili della nazionale italiana ciclismo per diversamente abili mi avevano ingolosito proponendomi di partecipare ai prossimi campionati del mondo che si disputeranno in Italia e precisamente a Novara il prossimo settembre.
Dicevo di essermi montato la testa ma, scherzi a parte, visti i risultati ottenuti mi sono sentito "degno" di accettare la sfida e negli ultimi tempi ho dedicato molto del mio tempo libero agli allenamenti attenendo risultati più che incoraggianti.

So bene che il prossimo 10 settembre, data della gara a cronometro, incontrerò avversari terribilmente più forti di quelli che ho sfidato finora e non mi illudo certo di poter ottenere un risultato di prestigio a livello di classifica ma il mio onesto obiettivo è quello magari di essere al livello dei migliori esponenti di casa nostra cercando di entrare nella metà alta della classifica, in attesa di quel
sogno che potrebbe realizzarsi a Londra nel 2012.

Restando con le "ruote per terra" invece il prossimo 5-6 settembre correremo la tappa tedesca del WTCC a Oschersleben, pista che amo tantissimo per avermi regalato una delle gioie più grandi della mia carriera sportiva quando centrai la vittoria nel 2005.
Non sarà facile ma sarebbe bello "tornare al lavoro" dopo le vacanze estive portando a casa un bel risultato che farebbe muovere la classifica.
Abbraccio tutti, abbronzati e non, e vi rimando alla prossima.



10/09/2009 20.42
Cronometro bastardo!

Archiviata la gara di Oschersleben con l'ennesimo boccone amaro da deglutire è forte in me la voglia di riscossa nella "mia" Imola.

Nel frattempo non sono rimasto con le mani in mano: vi scrivo dopo aver appena concluso a Bogogno il mio primo impegno mondiale nella prova a cronometro della handbike valevole per l'assegnazione del titolo iridato.

Il buon senso dovrebbe ispirarmi entusiasmo per il risultato conseguito.
Essere uno dei tre atleti selezionati significa aver conquistato il posto con merito, costringendo a casa tutti gli altri pretendenti e ritrovarsi a sfidare avversari che hanno fatto esattamente la stessa cosa in rappresentanza dei loro paesi.

Per questa ragione e per il fatto di essere arrivato ad un mondiale alla mia quarta esperienza con il mezzo che ho costruito dovrei essere felicissimo del quindicesimo posto che mi pone esattamente a centro classifica.
Ma io sono io e mi chi conosce non si sorprenderà nel percepire una punta di rammarico per la convinzione di non aver sfruttato al meglio le mie capacità: quando si prepara una gara ci sono
1000 cose da fare e per quanto sia contento di aver sbalordito molti azzeccandone 990 mi arrabbio con me stesso per non aver centrato anche le ultime 10.

Comunque sabato mattina disputerò la gara in linea valevole per l'assegnazione di un altro titolo mondiale.
Teoricamente nella bagarre e nella gestione delle strategie di gara rappresento ancora di più il
prototipo dello sprovveduto che ambisce ad un gioco per lui troppo complesso, tuttavia i conti si fanno alla fine e perlomeno acquisirò un po' di quell'esperienza che mi manca in mezzo ai mastini che sto
sfidando.

Anche se sono un maledetto che si fa sentire con il contagocce mi auguro che terrete le dita incrociate per me perché stavolta un po' di culo non guastrebbe davvero!
Vi dò appuntamento a sabato dopo la gara, ciaoooooooo!



13/09/2009 11.15
L'esperienza insegna...

Ciao a tutti,

questa volta è Alberto Brojanigo che vi scrive per raccontarvi come è andata la gara linea di Alessandro ai mondiali di Bogogno.
Ho parlato a lungo con lui del quattordicesimo posto finale (11'29 il distacco dal vincitore Elmar Sternath), un risultato tutto sommato positivo che ha confermato, come la cronometro di giovedì, che ci sono le potenzialità per poter essere competitivo ad alti livelli anche nella handbike.

Purtroppo Alex ha pagato un po' di inesperienza nella primissime fasi di gara e non ha coperto subito un "buco" generato da uno scatto degli atleti di testa.
Nei chilometri seguenti recuperare da solo i metri persi si è rivelato praticamente impossibile e la sua posizione si è stabilizzata nel terzo gruppo di ciclisti, dove non sono mancate le scintille.
Su questo però vi lascio un po' di suspense e vi rimando al racconto che vi farà Alessandro in prima persona.

Chi conosce il "cavaliere", come a me piace chiamarlo, sa che non molla facilmente la presa: errore tattico a parte la performance atletica è stata all'altezza e ci sono ampi margini per migliorare.
Credo quindi che ne vedremo ancora delle belle e che lui finirà per stupirci ancora una volta.

Nel frattempo vi porto i suoi saluti e "solita" promessa di farsi sentire sul sito e sul botta e risposta, ovviamente con un po' di pazienza.



15/09/2009 19.06
Da tre a quattro ruote!

Ciao Amici,

come già sapete ho corso il mondiale di Handbike nel fine settimana appena trascorso e devo dire che tutto sommato è stata una bellissima esperienza.

Chi mi conosce non farà fatica a credermi se confesso che le mie aspettative erano per un risultato migliore da un punto di vista sportivo.
Però, ora che ho un'idea della "bestia" affrontata, riconosco che il mio innato ottimismo mixato con l'ambizione che uno sportivo deve giustamente nutrire mi aveva indotto a sognare un risultato
decisamente al di là delle mie possibilità.

Va bene così, sia nella crono che nella corsa in linea ho messo dietro più o meno lo stesso numero di avversari che mi sono stati davanti e considerato che ad un mondiale giungono solo atleti passati
attraverso le varie selezioni nazionali in fondo avrei dovuto essere onorato soltanto per aver preso il via.

Più tecnicamente, poi, ammetto che non avevo nelle braccia forza e resistenza per battermi con i migliori, tuttavia avrei potuto ottenere maggiori risultati gestendo le mie risorse in modo diverso se solo avessi avuto più esperienza.
In particolare nella gara in linea dopo solo 500m di ho perso la scia del gruppo da stupido; proprio nella prima salita, per evitare un contatto con un avversario, ho dovuto toccare il freno proprio mentre davanti scattavano.
Io, bravo scemo, non ho dato peso a quello sprint e mentre mi riprendevo con calma per non forzare le mie braccia ancora fredde mi sono ritrovato a 20 metri di distanza dal gruppo.

Il problema è che io, chissà perché, ero convinto che lo scatto si sarebbe esaurito al termine della salita ed invece i più forti dopo aver "scollinato" hanno accelerato ancora di più.
Risultato: i venti metri sono diventati trenta, poi quaranta e quando alla fine ho iniziato a dare tutto per riaccodarmi era ormai tardi.

Ho fatto circa sette chilometri a tutta, a ottanta metri dalla coda del gruppo senza riuscire a riagganciarlo.
Nel falsopiano in discesa ho passato i sessanta km/h e in pianura non sono mai sceso sotto i 40 ma
non è servito a niente.
Quando poi è iniziata la salita avevo ormai esaurito le forze e rapidamente il contatto è scemato anche a livello visivo.

Mi sentivo uno stolto, potessi rifarlo mille volte non ne sbaglierei una ma Sabato è andata così.
Poi pian piano ho recuperato posizioni riassorbendo dei "cadaveri" che il gruppo mollava man mano che la corsa andava avanti fino ad installarmi in un gruppo di quattro formato da un Francese, due Norvegesi ed appunto il sottoscritto.

Dopo una prima offerta di collaborazione intesa dalle loro azioni, i tre hanno iniziato a correre in rimessa vampirizzando le mie ruote posteriori alla ricerca della mia scia.
Tutte le volte che li incitavo a collaborare per tentare di chiudere il varco con atleti avanti a noi
mi ignoravano ritraendosi ancor più dietro di me.

Veramente dei pusillanimi ! Ma dico, come si fa ad andare a fare un mondiale e al secondo dei sei giri in programma inizi a far tattica per risparmiare le forze contro gli avversari del gruppo di cui ti sei
trovato a far parte?
Ma che razza di attitudine antisportiva è mai questa?
Che senso ha finire quattordicesimo o dodicesimo?
Non è forse meglio tirare, cercare di andare a prendere quelli che possono essere alla tua portata, fare il miglior tempo possibile indipendentemente dalla posizione d'arrivo?

Dopo quattro giri (40km) non ne potevo davvero più: li ho incitati, spronati, perfino insultati ma non hanno mai risposto con un sforzo in più. Per cui ho cercato di recuperare un po' nel tratto prima della
lunga salita che chiudeva il giro e poi sono scattato.
Meglio sputare il cuore dalla fatica che farlo lavorare per queste carogne, mi sono detto.
La mossa è riuscita parzialmente perché il Francese è riuscito a tenere e nella parte in discesa mi si è riportato a ruota.

L'ho tirato per altri quattro km e poi gli ho urlato di andare davanti, niente.
Mi sono spostato nel dubbio che non avesse capito il mio francese, niente.
Ho rallentato, niente, sempre dietro.
A quel punto ero davvero furioso: gli ho urlato che a costo di farmi venire un infarto quello che stava facendo era inutile perché non mi avrebbe battuto sul traguardo e così e stato; nell'ultimo tratto in salita mi sono arrampicato con cattiveria senza mai voltarmi e quando sono arrivato in cima il bastardo non c'era più.

Chissà che i diretti interessati non capitino sul sito e leggano queste righe, lo spero proprio..

Comunque è stata una soddisfazione; riuscire ad emozionarsi, ad arrabbiarsi, a trovare dentro di te qualcosa che gli altri non hanno è comunque una cosa che esalta, ma riuscirci ancora a 42 anni secondo me vuol dire essere capace di vivere davvero e non vedo l'ora di ritentare.

Ma il mondiale non è stato solo il mio e della mia categoria: chiudo facendo i complimenti al mio amico Fabrizio Macchi, che ha vinto l'oro nella sua crono, a Podestà che ha portato a casa l'argento ed è incavolato perché poteva davvero vincere.
A Triboli, a Pittacolo, a Farroni, a Borgato, alla Francesca Fenocchio e Claudia Schuler che hanno portato a casa un bottino incredibile di medaglie per i nostri colori di "tutti i colori".
Faccio i complimenti al mitico Tecnico della Nazionale azzurra Mario Valentini ed al suo entourage che hanno formato un gruppo non solo competitivo, ma coeso e carico d'entusiasmo.

Ringrazio Fabrizio Tacchino, rispettato tecnico e allenatore di tanti altri atleti che segue da anni Vittorio Podestà e che per l'occasione ha accettato di darmi preziosi consigli per l'allenamento e al quale
spero di poter regalare qualche gioia sportiva in futuro.

Ora si torna alle quattro ruote e lo faccio con entusiasmo perché Domenica sarò a Imola.
Purtroppo, devo ammettere che anche se nutrivo sincere speranze per la gara di casa, dopo aver visto il meteo previsto è quasi certo che la pioggia stabilirà valori diversi rispetto a quelli che avevo previsto, anche per me...
Non mi dò per vinto in partenza, intendiamoci, tuttavia avrei preferito di gran lunga un bel sole con
temperature estive...

Vedremo, come sempre ce la metterò tutta.
Ciaoooooooo


Edited by macchia - 15/9/2009, 20:46
 
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macchia
view post Posted on 3/10/2009, 11:06




Oggi: Imola, la mia Imola, lasciatemelo dire...

Ero solo un bambino di dieci anni quando un giorno mio zio Paolo passò da casa nostra per farci una visita.
Si fermò poco, era di corsa perché lo attendevano sul circuito del Santerno dove avrebbe prestato
servizio come commissario di percorso volontario.

Un bacio alla mamma, una pacca sulla spalla a mio padre e poi mentre stava per salutare anche me l'inaspettato cambio di programma:
"Sandrino, vuoi venire con me? Ti metti dietro al guard-rail e stai lì buono però eh!".

Uno sguardo a papà per cercare la sua approvazione e in meno di dieci secondi avevo già rimesso le scarpe per uscire con il mio benefattore.

Tralascio convenevoli inutili e retorici, però dietro a quel guard-rail della curva Rivazza iniziò il mio sogno.
Nel tempo è mutato come forma e per i particolari con cui la mia fantasia di bambino l'aveva
concepito, però in fondo si è realizzato con una carriera di successo che, anche se ormai ha compiuto da tempo il suo giro di boa, non è ancora arrivata alla definitiva bandiera a scacchi.

Anzi, forse non ho più l'entusiasmo dei primi anni, però quando poi ho la fortuna di vivere un fine settimana come quello scorso, mi ritorna l'energia e la voglia di sempre e mi dico che vale la pena di
andare avanti, che in fondo, lasciatemi essere un po' arrogante, me lo merito pure!

Il weekend è stato pesante, me lo aspettavo.
Rispondere alle attese degli appassionati giunti in massa per sostenere tutti i piloti italiani, ma in particolare il sottoscritto, è stato certo esaltante ma difficile da coniugare con i tanti impegni che mi attendevano nei tre giorni di gara (tra parentesi vi segnalo che gli amici di Eurosport mi hanno seguito per tutto il weekend realizzando un programma che andrà in onda stasera alle 23 e 10).

A tutti gli impegni media e promozionali si è aggiunto Sabato sera il piacevole compito di "scorazzare" ospiti a bordo della "taxicar" opportunamente preparata per l'occasione con i miei comandi speciali ed
il momento sicuramente più bello è stato quando ho caricato il mio amico Vittorio Podestà che, come alcuni sapranno, mi ha contagiato di recente con la passione per la Handbike.

Ma il vero senso della mia presenza a Imola non era di tipo promozionale, c'era una gara da fare, anzi due!

Il tutto non è partito al meglio. Velocissimo nelle libere ero conscio di dover organizzare comunque la mia qualifica in funzione delle scie che a Imola possono valere anche quasi un secondo al giro.

Andy Priaulx si era offerto di collaborare con me e Sergio Hernandez, il mio compagno e il mio Team Manager Roberto Ravaglia mi ha suggerito la strategia:
"Alessandro, tu oggi vai talmente forte che nel Q2 ci entri anche se fai il giro a marcia indietro, per cui sacrificati con il primo set di gomme tirando gli altri, poi col secondo va davanti Sergio e tu stai terzo col patto che se poi entrate tutti e tre nel Q2 sarà compito di Priaulx tirarvi per l'unico tentativo buono".

Il ragionamento non faceva una piega, peccato che poi, complice una bandiera rossa prima e il fatto che abbiamo dovuto attenderci ai box per ripartire poi, quando stavo per iniziare quello che doveva essere il mio giro buono ho preso la bandiera a scacchi!
Non vi dico la rabbia, ho continuato a tirare giusto per soddisfare il mio ego e nei primi due settori ero di otto decimi più veloce del mio unico giro già effettuato!

Tuttavia forse è andata bene così perché al via di gara uno davanti c'è stato il solito contatto con conseguente caos ed io sono riuscito a dribblarlo in estremis tagliando sulla ghiaia.
Anzi, da dodicesimo al via mi sono ritrovato quinto e, dopo aver superato Tom Coronel, ho agguantato una quarta posizione che era meglio di quanto speravo alla vigilia.

Sulla griglia di partenza per la seconda gara ho percepito davvero il grande entusiasmo del pubblico presente e l'aspettativa che si era creata per la mia gara imminente visto il mio buon risultato già
conseguito nella prima frazione; tutti dalle tribune mi chiamavano, i presenti sulla griglia volevano una foto con me, un autografo, o semplicemente mi stringevano la mano augurandomi in bocca al lupo.

E' stato difficile ritrovare la concentrazione necessaria, ma quando ho acceso il motore per il giro di ricognizione, solo nel mio "ufficio", ho preso il via convinto dei miei mezzi.

Al verde il mio scatto è stato fulmineo.
La Motorsport e il mio tecnico Joe Schmidler mi hanno messo a punto una frizione fantastica,
però il buon vecchio Sandrino a 42 anni suonati ha ancora i riflessi pronti e al verde dalla quinta posizione avrei potuto impensierire anche Hernandez che partiva secondo non fosse stato il mio compagno di team.

Abbiamo preso qualche rischio nei primi giri con Alain Menu davanti che faceva un po' da "tappo" ed i mattatori di gara uno che premevano da dietro.

Yvan Muller, in forte rimonta, ha usato bene il suo motore ma quando ha passato me ed il mio compagno ha in realtà approfittato con mestiere della bagarre a cui Menu ci stava obbligando.Quando ho subito il sorpasso di Tarquini invece ho veramente capito che in questo momento le loro Seat hanno veramente un vantaggio incolmabile sotto il cofano.

Capisco Gabriele quando in conferenza stampa tenta di buttare fumo negli occhi a chi lo ascolta e parla del fatto che nei primi giri, a gomme anteriori fresche, le Seat avevano un vantaggio che andava
sfruttato per arginare il ritorno degli avversari sul finire della gara, ma sono storie.
Io di gomme nuove ne avevo quattro, ma francamente non mi aspettavo che mi avrebbero aiutato a difendermi in rettilineo dal mio simpatico compatriota ed infatti mi ha "sverniciato" brutalmente con una differenza di velocità che se fosse sfruttata dalla sua Seat in ogni giro, ogni accelerazione, bèh sono convinto che ci darebbero costantemente due secondi al giro...

Comunque sono arrivato quarto, ho mosso la classifica e sono contento.

Guidare una BMW è sempre piacevole, ma farlo ad Imola è ancora più esaltante.
Resta il rammarico di correre in un campionato in cui le regole sono giocoforza diverse per i partecipanti perché agli stessi viene permesso di iscrivere vetture così diverse tra loro.
Forse, anzi probabilmente, le mie lamentele sono soltanto una versione fortemente di parte, tuttavia questo malcontento sta dilagando nel nostro paddock ed in un momento di grande difficoltà oggettiva,
rischia per minare inevitabilmente il futuro del WTCC.

Vedremo, non voglio fare l'uccello del malaugurio, anzi spero che si possa trovare per il futuro un accordo tra i costruttori destinato a durare e a legiferare con più equità per poter parlare solo di sport e non di zavorre e limiti di boost.

Dopo la soddisfazione raccolta Domenica ad Imola inizia ora un periodo di relativo riposo dalle gare in cui avrò comunque un sacco di impegni meno..."ludici".

La mia prossima gara sarà su tre ruote, con la handbike e precisamente alla Maratona di Venezia il prossimo 25 ottobre, poi arriverà il momento di andare in Giappone e spero che in cambio di un
viaggio che proprio non amo sarò in grado almeno di "aggiornare" ulteriormente la mia classifica con una bella gara...

Vedremo, per adesso vi abbraccio, ciaoooooo

 
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macchia
view post Posted on 8/10/2009, 09:56




Data 06/10/2009
Questa mi mancava!

Eh sì, da quando ho iniziato a camminare sulle mie nuove gambe di cose ne ho fatte, ma questa mancava.

La scorsa Domenica, su proposta di amici, ho accompagnato Niccolò ad arrampicare su una palestra attrezzata nelle vicinanze di Padova.
E' stata una bella giornata, mio figlio e i suoi amici si sono divertiti molto dimostrando il solito sprezzo dell'apparente pericolo tipico dell'incoscienza dei bambini.
Poi però prima di ritornare a casa mi sono chiesto: "Vuoi mai vedere ch'io non riesca ad andare su come loro?!"

Bèh, l'unica verifica possibile era di fare un tentativo.
Il simpatico Andrea, gestore dell'esercizio, mi ha aiutato ad imbragarmi, mi ha assicurato la fune di sicurezza e poi via.

Le prime "prese" erano piuttosto agevoli e, puntandomi sui piedi, la forza delle braccia era più che sufficiente per salire in relativa agilità.
La salita è concepita in modo da risultare più impegnativa man mano che si sale, di conseguenza l'inclinazione della parete, dopo un primo tratto agevole, ritorna verticale e le prese diventano più piccole e distanti tra loro.

Eppure metro dopo metro ho continuato a salire e sono arrivato fino alla cima!

Non ho vinto nient'altro che l'applauso dei presenti, però è stata una esperienza divertente e sorprendente.
La dimostrazione ancora una volta che spesso nella vita basta tentare e poi chissà, se usiamo al meglio le nostre capacità, il risultato potrebbe anche andare al di là delle nostre aspettative.

Volevo raccontarvelo, tutto qua.
Ora vi lascio perché è una bella giornata, ho la fortuna di non avere impegni incombenti e quindi inforco la Evro e vado a fare un po' di km visto che la Maratona di Venezia è ormai alle porte..ciaooooooo

 
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macchia
view post Posted on 15/10/2009, 16:54




Da Schumacher a Hamilton

Ciao Amici,

due righe per segnalarvi l'intervista a Lewis Hamilton in uscita sul prossimo numero di Sportweek: sabato 17 infatti troverete in edicola il numero con l'intervista che, è proprio il caso di dirlo, ho avuto il piacere di effettuare al fortissimo pilota inglese.
Confesso che non avevo una gran voglia di andare in Inghilterra a parlare con Lewis.
Questo principalmente per gli impedimenti logistici perché poi, una volta raggiunta la sede McLaren, ero certo che avrei visto cose molto interessanti. Gianluca Gasparini, giornalista incaricato di RCS nonché co-autore della mia autobiografia, ma soprattutto mio grande amico, ha avuto un ruolo determinante nel convincermi ad andare e devo dire che a posteriori gli sono particolarmente grato.

"Paragon" è il nome della sede di Woking e, francamente (scusate il gioco di parole), è un paragone impossibile per ogni altro team di Formula 1.
Sono rimasto sbalordito dalla struttura della sede McLaren che è impossibile descrivere a parole. vi invito però a cercare sulla rete informazioni al riguardo perché è veramente stupefacente.
Preso atto con stupore di questo, credevo che l'intervista con Lewis potesse essere al massimo il valore aggiunto del mio viaggio, ma in realtà mi sono trovato davanti ad una persona che, al di là dell'affinità personale che si è naturalmente creata da subito, mi ha stupito per una maturità davvero unica per la sua età.
Ho capito che Lewis Hamilton è un vero fuoriclasse, quanto di più simile al modello di persona e pilota che ho tentato di essere da ragazzo e ragionare alla pari con lui oggi è una cosa che sono riuscito a fare soltanto grazie a quel briciolo di saggezza che ho raccolto nei miei 42 (quasi 43) anni.

L'invidia è un sentimento umano e nella giusta misura è anche comicamente accettabile. E' quanto può comprensibilmente indurre ognuno di noi a sentirsi infastidito da un gesto di "sfarzoso talento" fatto da un nostro simile in situazioni che anche noi abbiamo affrontato con risultati oggettivamente molto più scarsi.
Oggi capisco perché quando Lewis ha perso il mondiale nel 2007 non m'è dispiaciuto più di tanto.
Dopo averlo conosciuto e capito come ragiona, cosa lo ha portato a costruire ciò che ha fatto nella sua ancora giovane vita, "affermo" che il destino è stato un vero bastardo a privarlo del titolo che avrebbe meritato al debutto.

Comunque abbiamo parlato di tutto e credetemi, è stata un'esperienza davvero preziosa oltre che divertente.
Condensare i concetti che sono usciti dalla nostra conversazione nello spazio disponibile sulla rivista non è stato facile ma Gianluca c'è riuscito piuttosto bene per cui...non perdetevela !

Questa è la mia seconda esperienza come giornalista dopo quella con Michael Schumacher e, non me ne vorranno i tifosi Ferraristi, ma è davvero il caso di dire...di bene in meglio!

Alla prossima, ciaooooo.


 
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macchia
view post Posted on 26/10/2009, 12:02




Data: 26/10/2009 0.02
Il ciclista fa progressi!

Ciao Amici,

oggi è stata una gran giornata per il "Ciclista" che è in me!

Come avevo annunciato, ho partecipato alla Maratona di Venezia, anzi l'ho vinta!
E' la mia prima vittoria da quando ho scoperto la handbike e il feeling assomiglia tantissimo a quello provato il giorno in cui vinsi la prima gara col kart.
Ricordo che giravo per Castelmaggiore con la coppa in mano e a tutti coloro che mi domandavano cosa rappresentasse quel trofeo, spiegavo con orgoglio il succo della mia
impresa.

Oggi non sarò così prolisso con voi, tuttavia lasciatemi dire che sono estremamente fiero della vittoria ottenuta.
Da una parte perché assieme agli amici di Venice Marathon abbiamo fatto belle cose di
solidarietà che hanno un sapore intenso di "buono", sia per "Bimbingamba" che per "Run for Water" (vi ricordo che fra qualche giorno vi darò i dettagli per la vendita all'asta della tuta che ho indossato durante la gara il cui ricavato verrà devoluto appunto al progetto sostenuto dalla maratona di Venezia).

Dall'altra parte perché una gara tradizionalmente non tiratissima per la handbike è stata quest'anno molto veloce.
In 1h 13' e 56'' ho chiuso una gara che era stata vinta in passato con tempi prossimi
all'ora e mezza, addirittura alla mezza maratona eravamo passati sotto
i 34' alla rispettabilissima media di 39 km/h!
Poi i ponti, le strettoie, le inversioni strette a parco S.Giuliano (dove sono anche arrivato lungo in una curva...) ed i salti incredibili che abbiamo fatto sulle rampe di legno hanno di fatto "ucciso" la nostra media oraria.
Ma questo era preventivabile: è la ragione per cui questa gara viene considerata molto lenta per la handbike e sono quindi estremamente soddisfatto del mio tempo.

I due Mauro, rispettivamente Cattai e Cratassa, mi hanno reso la vita difficile, ma anche spronato e tirato lungo i rettilinei da Stra fino a Mestre.
Poi siamo rimasti in due e con Cattai è stata una bella lotta fino alla fine.

Temevo terribilmente la strettoia sotto le colonne del "Palazzo della Dogana", prima del ponte di barche che ci ha permesso di attraversare il Canal Grande. Il raggio di sterzo molto limitato della mia "Evro" poteva risultare critico in quel punto: infatti sono passato per pochi millimetri con una bella spallata alla colonna.
Per questa ragione, superato il ponte della libertà che dalla terraferma porta verso Venezia ho deciso di tentare un allungo nella zona del porto, ultimo slancio dove si poteva davvero andare a tutta.
Nella lieve discesa che ci accompagnava dopo la svolta ho dato il massimo toccando i 52 km/h, poi ho tenuto per altri 500-600 m la stessa velocità sul piano con l'intenzione di aprire ancor più il distacco che avevo inflitto al bravo Cattai.
Purtroppo lo scossone prodotto dal passaggio sulle rotaie del treno portuale ha fatto scendere la catena vanificando la mia fuga.
Nel rimettere le cose a posto ho perso l'abbrivio e ripartendo con un misto di grinta e disperazione ho riguadagnato la velocità necessaria a tenere la testa fino al primo dei quattordici ponti.
A quel punto superare sarebbe stato difficile, visto che il tracciato diventa strettissimo.
Tuttavia la strettoia tra le temute colonne poteva ancora fregarmi, o in un sobbalzo poteva scendere nuovamente la catena.

E' andato tutto bene, preparando la giusta tensione sulla trasmissione prima di ogni salto sono riuscito a domare gli scossoni senza fare saltare la catena, mentre nelle salite sui ponti la mia posizione, forse meno aerodinamica dei miei diretti avversari ma
certamente più consona a produrre picchi di forza maggiore, mi ha aiutato ad incrementare il distacco sul mio inseguitore.
Poi verso la fine Cattai ha avuto anche un problema col deragliatore del cambio e
quindi è diventato tutto più semplice.

A parte il risultato sportivo è stato davvero emozionante correre questa maratona. Sfrecciare sulle rive del Brenta accanto a tante bellezze storiche e finire nella città più bella del mondo è stata una esperienza unica, forse per certi aspetti ancora più suggestiva di quella fatta a New York.

Sono felicissimo, se non si era ancora capito...domani chiuderò la borsa per il Giappone perché martedì partirò alla volta di Okayama: sarebbe bello continuare la striscia positiva, magari con un bel podio...Non oso chiedere troppo, basterebbe anche qualche punticino!

Nel chiedervi il solito in bocca al lupo per il prossimo impegno (da pilota), colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che con splendida carineria mi hanno inviato i loro auguri di compleanno sul botta e risposta.

Grazie, vi voglio bene !

Ciaooooo

 
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macchia
view post Posted on 29/10/2009, 17:37




Lettera da un Amico

La vita è come correre in un campo dove ci sono fossi da saltare.
Anche se sai che qualcuno l'ha già fatto, capita di esitare davanti ai salti più difficili per la paura di non farcela. Io, per mia indole, lo faccio di rado, ma quando la gente mi sostiene come ha fatto Giampaolo con la sua lettera (mi ha fatto commuovere), svanisce ogni dubbio.

Giampaolo, mi hai fatto talmente piacere che ho deciso di metterla sulla home page... grazie!

27 ottobre 2009 PIERPAOLO GELUSSI: Zanardi conquista Venezia
Il kilometro è il trentesimo, la salita quella della collina del meraviglioso parco di San Giuliano, il profumo quello dell'aria salmastra della laguna mischiato a quello di qualche cespuglio odoroso.
Da quassu' Venezia sembra vicina, dietro l'angolo.
Per Lui oggi niente circuito ripetitivo, nessuna partenza da indovinare, nessun avversario
da intimidire a colpi di paraurti sul posteriore, nessuna rete o muretto di cemento armato a dividerlo dal suo pubblico.
Solo grinta e forza di volontà. La stessa miscela di elementi che una sera di 7 anni
fa lo vide abbandonare l'abbraccio della scomoda sedia a rotelle per rialzarsi in piedi davanti al mondo intero quando il mondo intero credeva che i piedi non ce li avesse più.

Per Lui oggi solo sudore, dolore alle braccia e fiato corto.
E bambini che applaudono, donne che salutano, uomini dalla scorza dura e dal cuore tenero, che conoscono la sua storia e lottano contro sè stessi per nascondere occhi lucidi e groppo in gola.
Dopo la salita e il giro della collina, inevitabilmente arriverà la discesa.
Una di quelle che non faranno mai la Storia, che in comune con quella dello storico Cavatappi avrà solamente la Laguna.

Veneta, non Seca.

Una discesa che non lascierà nessun avversario di stucco, che non toglierà il fiato.
Anzi, te lo farà ritirare, ti farà rilassare per una quarantina di metri.
Poco meno di un millesimo rispetto a tutta la Maratona.
Oggi sono al Parco con la figlia maggiore e la mia fida fotocamera.
Aspettiamo il passaggio del Pilota abbattuto dal Fato e rimesso in piedi dal Carattere, del Padre al quale ho potuto stringere la forte mano in un freddo pomeriggio bolognese, dell' Uomo che ha dovuto affrontare salite ben piu' impegnative di questa.

Improvvisamente una moto della Polizia, un paio di colpi di sirena, un lampeggiante. Alex fa il suo ingresso nel parco con il tostissimo Mauro in scia.
Entrambi vanno forte, incredibilmente forte.
"Zanna" imposta ogni singola curva con la tipica cattiveria del Pilota, chiudendo ogni possibile porta all' avversario, tagliando ogni intermedio in testa.
Divora letteralmente il saliscendi del Parco in un paio di minuti, lasciando tutti stupiti dal mix di velocità, sofferenza e tenacia dimostrati nel rapidissimo passaggio.
Come previsto più di qualcuno tra il pubblico cerca un fazzoletto che non c'è, molti
incitano i due, qualcuno scopre di non aver parole.

Poi il lunghissimo rettilineo del Ponte della Libertà, Venezia e il suo orizzonte sempre piu' vicino, quattordici ponti e le loro passerelle, Piazza San Marco, l'arrivo da Dominatore assoluto.
Con gesti ormai automatici riguardo gli scatti ancora "caldi" di passaggio mentre mia figlia reclama la mia attenzione.

"Papà, ma chi è Zanardi ?"

"Non chi è. Cos'è. Un Uomo con la U Maiuscola, un Pilota con le Palle, un esempio per tutti, un Mito per tanti.

Anche per Me. "

 
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macchia
view post Posted on 14/12/2009, 17:18




12/12/2009
A manetta!

Porca miseria quanto mi sono divertito!

Ammetto di avere pochi meriti per l'ideazione di quella che sembrerebbe essere la mia ennesima "trovata".
In realtà infatti, è stato l'amico Roberto Ungaro della bellissima rivista "Riders" a propormi di fare questo test.
Le sue motivazioni, al di là dell'interesse editoriale, hanno toccato subito i temi della sfida, della capacità di certi uomini (molto "Riders" a suo avviso) di essere sempre attratti dalla strada impervia
e sconosciuta piuttosto che da quella battuta da tutti e ricca di certezze.
"L'ennesima sfida per un uomo che la vita avrà anche spezzato ma mai piegato!" . mi ha detto.
In poche parole non si è dovuto affannare verbalmente più di tanto nel farmi sentire perfettamente "tagliato" nel ruolo di Rider della situazione e credo che questo non vi sorprenda più di tanto..

Comunque, giovedì scorso, a Monza, alla guida di una BMW HP 2 di 1200cc il cui motore boxer eroga circa 130 hp, grazie a BMW Italia, mio Partner di ormai vecchia data, abbiamo dato fuoco alle polveri.

Ringrazio i ragazzi del mio team ed il personale della RTM di Budrio (il centro ortopedico dove costruiscono le mie gambe.) per aver contribuito a rendere possibile la cosa con piccoli ma necessari
adattamenti che mi hanno permesso di trovare una posizione in sella confortevole.
Tanto confortevole che, al termine del primo giro, mentre tutti i presenti si avvicinavano pensando che mi sarei fermato, io ho gridato loro "se vi spostate, faccio qualche giro per prenderci la mano.."
Bèh, il giro successivo, le circa cinquanta persone che erano presenti si erano semplicemente spostate a lato, sull'erba a bordo rettilineo.
Io sono passato a manetta, il tachimetro segnava 255kmh in quel momento..
Oh, il giro dopo non c'era più nessuno, erano scappati tutti dietro il muro!

Al di là della battuta è stato veramente bellissimo.
Curva dopo curva ho cominciato a sentire la moto sempre più sincera sotto di me, le gomme sono entrate in temperatura e l'elettronica fantastica del mezzo che guidavo compensava compassionevolmente le mie mancanze di centauro inesperto.
Tuttavia ci ho dato dentro: in rettilineo ho toccato i 263kmh ed in staccata, visto che i miei riferimenti automobilistici mi facevano sottovalutare un po' la minore capacità decelerante di una moto, sono
spesso arrivato davvero al limite del sollevamento di ruota posteriore, tanto che, parafrasando il grande Max Biaggi, avevo un po' di "chattering".

Scherzi a parte, è stata un'esperienza fantastica e con gli amici di BMW Italia stiamo già pensando ad un più seria seconda puntata.

Infine vi confesso una cosa: il mio sadico piacere ha toccato l'apice quando ho visto proprio Roberto Ungaro implorare lo stop nel timore che esagerassi..
Dal Rider più Riders è arrivato lo stop che è stato il complimento più bello...anche lui non si aspettava che ci avrei dato dentro in quel modo!

Ci sentiamo alla prossima, non perdetevi il numero di Riders del prossimo Febbraio,
ciaoooooo.

 
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macchia
view post Posted on 29/8/2011, 08:27




Cari Amici,
sono a Roccaraso, splendida cittadina dell'appennino abruzzese che, una volta di più, mi porta a pensare che l'Italia sia davvero il più bel Paese del Mondo.
Mi trovo qui perché, inseguendo il sogno di partecipare ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, mi sto preparando per il prossimo Mondiale della Danimarca assieme agli splendidi compagni della Nazionale Italiana. Infatti saremo qui in ritiro fino al prossimo 30 Agosto e poi, pochi giorni dopo, via! Si parte per la gara più importante dell'anno.

Oggi però, mentre ritempravo le braccia dall'allenamento mattutino, ho acceso il computer, mi sono collegato in rete e , cosa che non facevo da un po', sono venuto al "Bar Sport" per leggere le vostre lettere.

Come al solito ci sono una serie di inviti ai quali non posso che rispondere così: Amici, in tanti mi "tirano per la giacca" e, proprio perché impegnato nelle mille opportunità che la vita mi ha concesso, faccio davvero fatica a trovare altro tempo per aggiungere nuovi impegni.
C'è la Famiglia, le passioni, il lavoro, gli impegni di carattere sociale per Bimbingamba, progetto che io stesso ho contribuito a creare e che conta sulla mia fondamentale disponibilità per assicurare le risorse necessarie agli interventi che opera sui nostri piccoli pazienti.

Poi ci sono le richieste di persone che mi sono vicine, altre di conoscenti che hanno il mio numero in agenda ed altre ancora che mi raggiungono attraverso la mia mail od ottenendo il mio numero telefonico chissà da chi.
Sembra un atteggiamento da "primadonna" e pur ringraziando il destino per ciò che mi ha dato, compreso il fatto di essere sempre al centro delle vostre attenzioni e richieste, talvolta diventa un "lavoro" anche solo rispondere gentilmente a chi mi fa giungere la sua proposta.
E' per questa ragione che ho scritto più volte in passato di non lasciare inviti sul "blog" del sito e ancora una volta rinnovo questa preghiera.

Rispondo però alla Mamma di Thommy e ad Andri, che mi chiede della mia carriera e se mai tornerò a correre in auto.

Alla prima dico che se il suo bambino svilupperà una passione, questo non potrà far altro che farlo crescere nel modo migliore possibile. Il tuo aiuto, cara Mamma "anonima", deve però essere quello di aiutarlo per quel che puoi e non per quel che vorresti.
Tu certamente sogni per lui più titoli mondiali di Schumacher, ma ricorda che il sogno di un bambino deve essere un "faro" per capire dove puntare nella vita e più tardi diventerà un'ambizione, più facile sarà per lui coprire la distanza che lo separa da quel sogno.

Anch'io da bambino sognavo la mia macchina "Rossa" e sai che c'è, alla fine l'ho trovata, anche se era in America e diversa da quella che avevo immaginato.
In ogni caso se ci sono arrivato è perché ho amato ogni singolo giorno, ora e attimo del fantastico percorso che ho compiuto.
Vincere a Michigan davanti a duecentocinquantamila persone, non è stato per nulla più emozionante che abbracciare mio padre quando, a Jesolo, nel 1981, vinsi la mia prima gara di go-kart. Questo non perché più tardi nella mia carriera fossi diventato immune alle emozioni, ma semplicemente perché già allora, due Genitori fantastici mi avevano insegnato ad apprezzare le cose, ad amare ed accettare ciò che il mio impegno e, lasciami dire, ogni tentativo ragionato, mi permetteva di fare.

Sembra ieri, sento ancora l'eco del suono del mio piccolo motore Dap che spingeva il mio kart mischiarsi col rombo dell'Honda potentissimo che mi ha lanciato verso tanti successi in America.
E poi ancora il suono armonioso del sei cilindri BMW che mi ha portato a rivincere contro ogni pronostico da disabile ad Oschersleben, quello del quattro che mi ha permesso di vincere ancora con la nuova 320SI e, siccome sono un sognatore, mi pare già di udire anche quello della macchina che guiderò quando questa fantastica avventura della Handbike, dopo aver raggiunto il suo culmine che per ora ha ancora la veste di un sogno, lascerà nuovamente spazio alle auto.
Sembra ieri, però anche se oggi sono "Zanardi" e sarebbe retorico negare che "Zanardi" non trovi tante porte spalancate, allora ero solo un ragazzino pieno di entusiasmo per quel che facevo, figlio di un "saggio" idraulico e di una casalinga meravigliosa e se sono arrivato dove sono oggi è per quel che dicevo prima; ho amato tutto quello che ho fatto, senza questo, nessuna ambizione sarebbe stata sufficiente a farmi superare tutti gli ostacoli che mi si sono parati davanti lungo la strada.

Oggi è un po' la stessa cosa, Londra in fondo è una buonissima scusa per uscire il lunedì mattina e fare cento chilometri sfidando ogni volta le capacità del mio fisico; fosse solo per l'ambizione mi
sarei già stufato. Fosse solo per quello, guarderei i miei compagni del gruppo della Nazionale Paraciclistica Italiana come dei "Signor nessuno" e invece sono gli eroi, gli esempi fantastici che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi hanno insegnato tantissime cose.
Se una persona riesce a fare le cose con passione, da un certo punto di vista non ha nessuna fretta di arrivare in cima, perché imparerà un giorno che quel'agognato momento coincide spesso con la
soddisfazione più grande, ma anche con la fine del gioco. E se quel gioco finisce, bisogna sapersi inventare qualcosa di nuovo per ritrovare sensazioni simili.

Cara Mamma di Thommy, augurati questo per il tuo bambino, che dia sfogo alla sua passione, che faccia da solo, sbagliando anche tanto per carità, ma che dai propri errori sappia ripartire correggendo il tiro.
E augurati che nei giorni vittoriosi non si monti la testa pensando di aver già imparato tutto, ma che sappia al più trovare autostima e voglia di andare a cercare quel che c'è rimasto da raschiare in fondo
al barile per migliorare ancora divertendosi a farlo.
Poi, se vincerà otto titoli mondiali, tienimi una fetta della torta che farete per festeggiarlo, ma non occorre aspettare quel giorno per incontrare la felicità e se saprai spiegargli questa cosa gli farai il
regalo più bello che una Madre può fare a un figlio.
In bocca al lupo!

Ah, dicevo... Quando l'handbike lascerà più spazio al resto farò..
...Credimi Andri, ci sto lavorando e , sapendo quel che so io, non è inverosimile che questo "vecchietto" possa sparare ancora qualche fuoco d'artificio dopo Londra.
E sai che c'è? Voglio farlo su quattro ruote!

Anche se mi faccio vivo di rado sappiate che apprezzo il vostro sostegno e sono conscio del fatto che senza di Voi, senza qualcuno che ti apprezza e pensa che la tua presenza valga il prezzo del biglietto,
bèh non avrei mai potuto fare tutte le cose belle che ho fatto.

E' una buona occasione quindi per dirvi grazie. Vi voglio bene,
a Ennio e a voi tutti ciaoooooooo!
 
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8 replies since 18/6/2009, 19:06   412 views
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